Catania Pizzarte 9 gennaio Sculture. Antonino Triolo

Quinto appuntamento per il ciclo di mostre “Quindici morsi d’Arte“, complesso progetto di quindici esposizioni, di durata quindicinale, che si svolge nei rinnovati locali della Galleria PizzArtè di Catania, in collaborazione con la rivista TRIBE ART – La Guida / Il Mensile degli Eventi d’Arte in Sicilia. L’artista scelto è lo scultore Antonino Triolo. Gli artisti selezionati provengono da tutta la Sicilia e rappresentano alcune fra le più interessanti ricerche artistiche contemporanee, legate comunque alla ricca tradizione figurativa isolana.

Antonino Triolo nasce artisticamente nell’autunno del 1993, all’età di 27 anni, scoprendo con grande piacere e sorpresa il proprio talento nell’incidere e modellare il legno, riuscendo ad animare la materia secondo le proprie emozioni per dare vita ai suoi enigmatici personaggi. Triolo, autodidatta, si è affidato per i soggetti delle proprie opere alla personale capacità di trarre dall’ambito storico e geografico le fonti tematiche più esplicative. Dopo l’incontro con la scultrice Lea Vassalli, l’artista riflette sulla possibilità di trarre l’ispirazione per le sue opere dalle forme che la natura ha già impresso nel legno. Pertanto inizia a guardare l’ambiente che lo circonda ricercando le forme celate nei rami o in piante intere, prediligendo inizialmente il legno di vite. Il risultato ottenuto è intrigante e rappresenta un punto di equilibrio tra virtuosismo e rispetto della forma naturale; questo modo di procedere accompagnerà l’artista nelle opere successive.
L’amore per la materia “legno“ ha lasciato poche possibilità all’autore di sperimentare altri materiali, ma grazie all’osservazione del paesaggio non poteva che approdare alla roccia calcarenitica, pietra dall’aspetto ruvido, che non permette la definizione di zone lisce e rilucenti e pertanto più adatta ad esprimere pathos. Così la pietra, meno amata dall’autore per la minore piacevolezza di lavorazione, lo ricompensa per l’effetto finale di primitività ed intimità.
Successivamente utilizza anche la pietra pomice, di facile lavorabilità e di colore bianco candido. È questo il periodo delle figure in cui è in risalto la proporzione artefatta tra testa e resto del corpo, in cui si offrono allo spettatore varie visioni prospettiche secondo assi ortogonali, che lo obbligano a girare attorno alla scultura per ricomporre la propria visione globale dell’opera.
Nell’inverno del 2006, realizza un busto in legno di noce, nel quale mantenendo sempre una tensione, un patos tipico delle sculture precedenti, introduce una lettura più gioiosa della raffigurazione femminile. L’autore si confronta per la prima volta con una scultura in scala più elevata acquistando maggiore fiducia e consapevolezza delle proprie capacità raffigurative.
L’ispirazione tratta dalle forme dei legni ritrovati sulla battigia è infinita e pertanto l’artista produce veri piccoli capolavori declinando le molteplici visioni della figura femminile intrisa di sensualità e fascino. Le figure ritratte assurgono dal mondo classico e più propriamente assumono la dignità delle opere archeologiche. Veri ritrovamenti di civiltà del passato riaffiorano nell’ispirazione dell’artista dal materiale ligneo restituito dal mare.
Molte delle opere di Antonino Triolo sono in esposizione e vendita presso la prestigiosa “Artesia – Galleria d’Arte” di Catania.

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